Nella prima parte abbiamo scritto delle tappe percorse da Josko Gravner dall’inizio degli anni ’80, ricevendo il testimone dal padre e continuando fino ai nostri giorni aiutato dalla famiglia - e primo fra tutti il figlio Miha prematuramente mancato, ma solidamente presente nei pensieri di Josko - nella filosofia di quello che è stato e che sarà un punto d’arrivo, con la consapevolezza che ogni vendemmia è un’esperienza unica e inimitabile. Consolidati i sistemi di viticoltura, vinificazione, affinamento, il Gravner maturo ci riserverà grandi emozioni e gioie. Lui è sempre stato un uomo che ha dato di più di quel che ha ricevuto, sereno nella sua scalpitante certezza del dubbio.Torniamo alla vigna… Non usa fitofarmaci o prodotti di sintesi, né per l’uva né per la vigna; al massimo, se necessario, il solo verde-rame per la peronospora: no diserbanti, no concimazioni. In cantina: eliminate da tempo le presse pneumatiche, le ha sostituite con un torchio tradizionale. In vinificazione: come protezione un limite di cinque milligrammi per ettolitro di solforosa - anzi, metalbisolfito in foglie (un’inezia!) -, macerazioni decise anno per anno; anche in tempi non sospetti ha sempre vinificato uve sane e mature, evitando quasi del tutto ciò che non sia inerente; eliminate le filtrazioni e fermentazioni realizzate con lieviti propri e\o indigeni. I vasi vinari, come già accennato nel numero precedente, sono botti di rovere di Slavonia per l’affinamento e anfore di terracotta caucasiche provenienti dalla Georgia. Le anfore per il vino sono come gli amplificatori per la musica (parole dello stesso Josko). Come già accennato, per Josko il sette è il numero magico: in senso pratico la vigna deve avere almeno sette anni per produrre uve atte alla trasformazione; le macerazioni e i travasi, se necessari, vanno effettuati sia in anfora che in botte non prima di sette mesi; il vino sarà pronto e messo in bottiglia non prima di sette anni e sarà apprezzato dai molti che lo aspettano. Il primo vino, per onor di cronaca, uscito dopo sette anni è stato la Ribolla 2003. L’altro vino bianco che produce Gravner è il Breg, che consiste nell’assemblaggio deciso di anno in anno, in base al gusto e al piacere personale, di Pinot grigio, Sauvignon, Chardonnay e Riesling italico; il nome Breg deriva dallo sloveno,“ sommità, cocuzzolo”, quindi la parte più alta della collina (che per esempio in Piemonte viene denominata “bricco” e in Friuli “ronco”). Col tempo, come già premesso, l’unico vino da uve bianche che produrrà sarà esclusivamente Ribolla. Concludendo, tutti i vini di Josko sono da difendere e hanno pari dignità, non tanto perché son tutti “buoni oltre il gusto”, quindi genuini, ma perché creati con l’onestà e la sincerità di una persona che non ha imbrogliato per privilegiare il mero guadagno economico. Josko Gravner: unico! Inimitabile! Semperfidelis! Ora torniamo nel vivo dei discorsi fin qui fatti… Albino Busato, ristoratore amabile, e Graziano Bastianon, antico scudiero di Gravner, hanno deliziato il sottoscritto e altri cinque amici “wines bevers-stomachisti” - Cesare, Stefano, Denny,Vanni, Lollo - con sedici annate di Breg gelosamente conservate e stappate in un’indimenticabile giornata di metà febbraio scorso, in presenza dell’emozionatissimo Josko, lusingato dal calore riservatogli. Ora una noiosa, ma emozionante scheda organolettica, condivisa e redatta “a modo mio”. Breg ’90: ** profumi delicati, leggermente sfuggente in bocca arieggiato recupera profumi di nespole / ’91: *** pieno in bocca, profumi delicati, leggero gusto amarognolo, leggermente tannico / ’92: *** a mio piacere, tra i migliori degli anni Novanta, una bocca-naso di gran equilibrio, meglio se arieggiato, ricorda un grande Cherry / ’93: * come vedremo successivamente avrà affinità col ’95, annate deboli, onesto, il profumo di oli essenziali, al gusto dolce, con ricordi di torrefazione / ’94: *** gusto e sapore di confettura fresca, netta l’albicocca / ’95: * siamo nel periodo ‘barricadero’, buono comunque / ’96: *** per colore, profumo e sapore indescrivibili, per la super-bontà roba per “stomachisti”, grande equilibrio: questo vino farà da spartiacque tra il vecchio e il nuovo Gravner! / ’97: ** questo vino ha decretato la caduta libera di Josko (secondo “giornalisti-guidasti che fan guasti”). Iniziano le macerazioni e i colori più accesi, nonostante la piccola annata abbia aperto la nuova era, secondo me in meglio / ’98: *** con menzione, il migliore degli anni ’90; inutile la descrizione / ’99 e 2000: ** due buonissime annate, calorose, equilibrate, da berne a iosa / 2001: ** buono, nonostante la piccola annata, ancor chiuso, uscirà col tempo / 2002: *** con menzione, il migliore del nuovo secolo, di grande beva, aromi e profumi indescrivibili, il preferito di Miha / 2003: ** profumi delicati, gusti intensi, da berne un secchio / 2004: ** molto snello, sapido e gustoso allo stesso tempo, averne… / 2005: *** grande equilibrio naso-bocca e pancia, metteteci la fantasia e immaginatevi gusti e sapori a voi prediletti. Abbiamo assaggiato fuorisacco una Ribolla riserva 2003 che ha subito il trattamento del numero magico (sette): indescrivibile per bontà non votabile.E quindi: Bevi e tasi e raccontala al paron; in questo caso con una gran risata del riservato fratello Josko, punto e basta.

Venezia News settembre, 2011

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